LECTIO VANGELO II QUARESIMA  ANNO B

Dal vangelo secondo Marco (9,2-10)

2 Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo, Giovanni e li condusse soli, in disparte, sopra un alto monte. E fu trasfigurato in loro presenza;
3 le sue vesti divennero sfolgoranti, candidissime, di un tal candore che nessun lavandaio sulla terra può dare. 
4 E apparve loro Elia con Mosè, i quali stavano conversando con Gesù. 
5 Pietro, rivoltosi a Gesù, disse: «Rabbì, è bello stare qua; facciamo tre tende: una per te, una per Mosè e una per Elia». 
6 Infatti non sapeva che cosa dire, perché erano stati presi da spavento. 
7 Poi venne una nuvola che li coprì con la sua ombra; e dalla nuvola una voce: «Questo è il mio diletto Figlio; ascoltatelo». 
8 E a un tratto, guardatisi attorno, non videro più nessuno con loro, se non Gesù solo.
9 Poi, mentre scendevano dal monte, egli ordinò loro di non raccontare a nessuno le cose che avevano viste, se non quando il Figlio dell'uomo fosse risuscitato dai morti. 
10 Essi tennero per sé la cosa, domandandosi tra di loro che significasse quel risuscitare dai morti.

La settimana scorsa ci siamo lasciati nel deserto e ora in questa II domenica di Quaresima siamo chiamati a fare un salto impegnativo fino al Tabor, il monte della Trasfigurazione. Un balzo importante perché ci fa pregustare non solo la meta verso la quale siamo incamminati ma anche tutta la sua bellezza.

Commento del testo:  

Pietro, Giacomo e Giovanni sono condotti da Gesù in cima alla montagna. Questa è già un’indicazione importante perché “salire sulla montagna” a livello biblico, coincide con i momenti in cui Dio si manifesta in maniera “visibile” in alcune esperienze decisive del cammino del popolo di Israele: Mosè che sale sul monte Sinai alla presenza del Signore, Elia che sale sul monte Oreb ed incontra il Signore nel silenzio e nella quiete, ecc.
Ogni volta che quindi che si parla di “salita sul monte” nella scrittura, è un invito a vivere un’esperienza forte e intensa con il Signore. Gesù nel vangelo sale sul monte e si trasfigura, non diventa cioè qualcos’altro ma si mostra in una luce diversa, manifestando pienamente tutta la bellezza e la verità della sua identità di Figlio di Dio! In Gesù trasfigurato si rivela, per un momento, il piano di Dio Padre su di lui che, anche se dovrà passare per la sua Pasqua, ha come fine la bellezza e luce.
Questo è il primo invito del vangelo di questa domenica di Quaresima: salire sul monte, trovare cioè uno spazio per rimetterci alla presenza di Dio Padre per recuperare profondità e bellezza nella nostra vita, saper vedere cioè in “lungo e largo” la nostra vita E’ per questo che Gesù porta con sé anche Pietro, Giacomo e Giovanni, per mostrare a loro, e a tutti noi,  la bellezza e la verità di ciò che Dio intende realizzare con ognuno di noi e con la storia dell’umanità!
La bellezza che mostra Cristo ai suoi discepoli è la bellezza di chi sa amare fino alla fine, la bellezza di un Dio che mostra all’uomo il passo decisivo per rendere la sua vita bella: amare fino alla fine attraverso la Pasqua! Si dice nel vangelo che Mosè ed Elia conversavano con Gesù, altri vangeli ci dicono che parlavano di quello che Gesù dovrà  affrontare a Gerusalemme: la sua passione e la sua morte per arrivare alla risurrezione!
La trasfigurazione di Gesù è la bellezza di sentirsi ancora una volta amato da suo Padre. E come se ancora una volta suo Padre lo prendesse in braccio dandogli la fiducia necessaria per affrontare la sua Pasqua. Sono proprio questi momenti di fiducia e di bellezza con il Padre che gli permetteranno di affrontare anche i momenti di silenzio del Padre: nel Getsemani la voce del padre non c’è, eppure Gesù continua a fidarsi, offrendo fino alla fine la sua vita.
Anche per tutti noi questo brano è una carezza del Padre che ci da fiducia e coraggio mostrandoci, per un attimo, il fine e la bellezza che si nasconde dietro tutti quei gesti che oggi ci chiedono la faticosa offerta della nostra vita di amare fino alla fine.
“E bello per noi essere qui”, sono le parole che Pietro dice gustando la bellezza della trasfigurazione e che si porterà sempre nel suo cuore. La bussola infatti del nostro cuore non è fare ciò che è giusto ma fare ciò che è bello. La nostra fede è fondata sulla bellezza. Il motivo per cui una persona può combattere, può sacrificarsi, decide di cambiare è perché ha fatto l’esperienza bella dell’incontro con Cristo! La nostra fede allora non ha al centro una dottrina, una morale ma la gioia dell’uomo che, dall’incontro con Cristo, intuisce che il suo destino è orientato verso qualcosa di bello!
In questa domenica di quaresima siamo chiamati anche ricordare i momenti belli vissuti nella fede che non ci hanno lasciato come prima; a riscoprire il motivo per cui seguiamo Gesù, che non è quello dell’abitudine, del timore, del precetto ma è proprio quello che sta sulla bocca di Pietro: “Maestro è bello stare qui”: E bello seguirti Signore perché so che tu non contraddici la mia umanità ma la porti a compimento, è bello seguirti nella mia vita quotidiana fatta di fatica perché so che tu sei con me, è bello Gesù, come te, amare fino alla fine perché è la vera luce che da bellezza ed eternità al mio essere!

Sono questi i momenti di “trasfigurazione”, cioè i momenti in cui si afferma con assoluta certezza che vale la pena di vivere, ma che soprattutto vale la pena di amare anche se spesso per farlo ci viene chiesto un prezzo molto alto.
Sono questi momenti che ci danno l’energia, la forza e il coraggio di andare avanti e di affrontare le “discese”, le croci, le crocifissioni di ogni giorno. Senza questi sprazzi di gioia, di felicità, di “Dio” tutto diventa drammatico e angoscioso. Ma bisogna permettere alla felicità di entrarci dentro, bisogna lasciare che la vita vera ci invada, bisogna lasciare soprattutto che l’amore di Dio Padre ci illumini e ci aiuti a vedere la nostra vita con occhi diversi.
Per fare quest dobbiamo anche saper ascoltare Gesù cioè fidarsi della Parola di Dio! Nel vangelo Dio Padre dice “questi è il figlio mio, l’amato ascoltatelo!” In ebraico “ascoltare” non si riferisce solo all’atto dell’udire ma anche a quello dell’obbedire! Questa è stata l’esperienza di Cristo: fidarsi e obbedire alla Parola del Padre e lasciarsi condurre. Prendiamoci, in questo tempo di Quaresima, la possibilità di staccarci dalla “pianura del nostro quotidiano” e salire sul monte per pregare un po’, per stare in silenzio ascoltando solo la sua Parola e ri-scoprire insieme a Dio Padre la vera bellezza che muove la vita!

Buona domenica.

Don Paolo

Testi di rifermento per questa lectio:

Commento al vangelo della domenica, Don Fabio Rosini

Leggersi dentro con il vangelo di Marco, Padre Gaetano Piccolo